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giovedì 8 novembre 2012

FAQ iu

Le autodefinizioni sono per definizione una gran boiata. Quindi buon momento del giorno in cui leggi, o fai finta di leggere, questo post.

FAQ
Chi sono io? Una. Volendomela menare sono pure dottoressa in design, ma in fondo questa è un'informazione opinabile. Di solito sono quella con gli occhiali e i capelli a cespuglio. Al liceo una supplente mi chiamò esattamente così "ehi, tu con gli occhiali" perché il colore della maglietta si sa che non faceva più tendenza dopo il duemila. A volte sono pure quella che non ride in mezzo agli altri, ché le boiate le dico io. Sono autodefinizioni queste, appunto. Se pensi che qual è si scriva con l'apostrofo, che perché si scriva con la è, che il congiuntivo sia solo un noioso, vattene. Se pensi che la musica sia solo un sottofondo carino e che i migliori cantanti contemporanea siano gli One Direction, dona i tuoi timpani a qualcuno che ne farà uso migliore grazie. Il cervello tientelo, che è difettoso di sicuro.
Di che scrivo? Di quello che più stracazzo mi pare. Cosa ti aspettavi, un blog di filosofia? Interesse nazionale? Fabio Volo? No va beh dai, siam seri ti pare che scriva così male o che sia qui a parlar di rose che profumano al sole del mattino? Quel che capita te lo becchi, altrimenti vai a leggere le risate a denti stretti della settimana enigmistica così ti spari subito e siamo a posto.
Da dove scrivo? Sai che c'è il reato di stalking…giusto così, per ricordartelo. Stammi lontano va' che mi consumi l'ossigeno per le piante.
Perché scrivo? Tra una pausa e l'altra nella mia vita fantastica nel mondo delle virgole al contrario mi annoio. Per il mio non stile ricorda, non è un corso di scrittura creativa della Sapienza e quindi metto puntini di sospensione se mi gira, parentesi se mi ruota e punti e virgola se mi va dritta la linea. Senza contare che dire cose senza logica fa parte della mia missione per la diffusione del nonsense nel mondo.

Quest'anno ho deciso di tornare a scrivere uno pseudo blog. Tanto tempo fa, quand'ero una liceale frustrata, scrivevo blog insensati molto più deprimenti di questo, ma era il periodo in cui la privacy contava ancora qualcosa. Adesso invece va di moda spiattellare i cazzi propri a tutti, quindi perché fare eccezione? Volendo essere sincera a me piace parlare per ore, sono una logorroica egocentrica e piena di sé. Mi piace che le persone leggano quello che ho da dire, come lo dico e che trovino magari anche spunti di conversazione da miei pensieri. Questo suppongo faccia piacere a tutti. Ricordiamoci i 15 minuti di notorietà che ci spettano, ricordiamo che Wilde diceva che anche se parlan male di te l'importante è che ne parlino ("It is silly of you, for there is only one thing in the world worse than being talked about, and that is not being talked about."). Far parlare di me è cosa che mi tange relativamente, in quanto ho di meglio a cui pensare. Ad esempio, al concerto dei Bloc Party che vedrò domani. Altrimenti al progetto di packaging per una mela che sto facendo in questi giorni. Succedono cose strane nel mondo delle virgole al contrario, come quel giorno in cui sono stata chiamata Arisa tre volte, contando che ho pure i capelli rossi, mossi e lunghi. Oppure la volta che ho cancellato il file torrent della serie completa di Daria e non l'ho più ritrovato online. Senza contare il mitico giorno in cui ho perso tutti i file una settimana prima di consegnare il portfolio per l'erasmus. Ordinaria amministrazione nella vita di una sfigata come me. Non mi considero sfortunata, solo a volte sono diversamente fortunata. Come i pelati sono diversamente capelloni e i coglioni sono diversamente normodotati mentalmente. Posso dire con totale certezza che non è sfotuna vera e propria, è solo un misto di mia scemenza e inciampi cosmici dell'addetta al mio karma. Ho la fata smemorina delle segretaria nell'ufficio intergalattico delle pratiche per le botte di culo. Perciò tutte le volte mi mettono in fondo alla pila, oppure scivolano i fogli, si perdono le firme, mancano dei pezzi. La burocrazia è una menata, capisci perché Kali ha un sacco di braccia se pensi a com'è un ufficio burocratico in Italia. Hai presente Bud Spencer che vuole ottenere l'atto di nascita, ma gli serve l'altro documento per cui gli serve l'atto di nascita e fa un casino bestiale nell'ufficio statale e finisce con lui che stampa fogli a tutti? Quello è un giorno leggero all'ufficio intergalattico delle addette al karma, per intenderci. Sai, se in questo non trovi un filo logico, non c'è niente di strano. Joyce, quando parlava di flusso di coscienza (stream of consciousness), era peggio di me, quindi consolati. Non sono certo il buon James Augustine Aloysius, uno che si chiamava così non poteva che diventare super figo altrimenti lo sfottevano a vita, ma mi piace giustificare il mio stile terribile con qualche grosso nome giusto per far capire che sono pirla, ma non ignorante. In questo momento l'omino del sonno mi sta martellando in testa, aiutato dall'omino del vino che ha però altri scopi. Questo caos nel mio cervellino, che di solito si nutre di té verde e acqua fredda, seppure saltuariamente si imbeva di vodka e altro, sta chiedendo pietà e vorrebbe che il mio corpicino si recasse nel bel lettone che mi sovrasta. Vedo il piumone che mi chiama suadente, con i suoi morbidi quadratoni pieni di piumette bianche che escono finendo immancabilmente nei miei capelli e facendo pensare a tutti che nella vita spiumo gallinacei. Sento il cuscino ortopedico sussurrare in tedesco, ma non capisco un cazzo perché io in tedesco so dire solo buongiorno, buonasera, birra e coca cola, che è internazionale. Cosa vi devo dire, pure Kennedy ha detto "io sono un berlinese" nel modo sbagliato, lui era presidente degli USA, io sono una pantofolaia in Italia.
L'unica parentesi pseudo seria di stasera è la seguente. Sono finite le elezioni negli USA e ha vinto Obama. Questo era, a mio parere, non del tutto scontato, ma molto probabile grazie ai grossi fallimenti comunicativi verso la fine. La piccola parte complottista di me urla "troppo grossi, troppo assurdi, troppo estremi" e quindi un po' direi che è stata una decisione dei poteri forti di far sì che vincesse al 90% Obama. Oltre a questo, posso dire che per certi versi non me ne frega uno stracazzo. Romney, proprio per certe sue dichiarazioni infelici sul ruolo delle donne, sulla nostra stessa nazione e sui progressi scientifici, non mi piaceva. Non che mi sia mai piaciuto granché neppure prima di queste dichiarazioni così palesemente fuori contesto nel 2012, ma si sa che c'è sempre chi la pensa in modo un po' più retrò, per così dire. Le elezioni che dovrebbero però veramente interessarci sono le nostre, non quelle degli USA. Al momento sono più pressanti gli stati europei nei nostri confronti, gli statunitensi non arriveranno a salvarci il culo. Cosa che, inoltre, succede giusto nei film in cui il soldato senza più un braccio si rialza con l'arto sovracitato e se lo porta in giro stile souvenir. Potevano venderlo come i pezzi fasulli del muro di Berlino. Senza contare che dovremmo un po' imparare a salvarci il culo da soli, almeno nell'ambito economico. Non divagherò oltre. Le elezioni sono vinte dai progressisti, o autodefiniti tali, il presidente è ancora nero, south park ha fatto una nuova puntata sulle elezioni, gli artisti si sono schierati e io posso dire che a me non interessa molto perché il mio presidente per ora è ancora quello con la macchia sulla testa che viene dal partito comunista. No, non Gorbachev, dai, Napolitano!

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