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venerdì 9 novembre 2012

Blocchi Festosi

Dopo una breve conoscenza arriva l'infatuazione, poi l'innamoramento e alla fine vi rompete le scatole di me e mi abbandonate irrimediabilmente. Attendendo con ansia questo poetico finale di merda posso raccontare del concerto di ieri sera.
Avendo passato il pomeriggio a progettare come infilzare mele per venderle e guadagnare un po' di soldi con l'attività ludica che noi chiamiamo lavoro, ero già provata e piena di non entusiasmo all'idea di uscire e stare tra imbecilli sudati che fumano ai concerti, bevono birra nel pogo e attaccano le cicche addosso alle persone. Tuttavia dati i 31 euro del biglietto già pagato, dato che il gruppo di britannici dal cantate figo e irrimediabilmente gay lo volevo vedere e che ero in compagnia di fanciulle simpatiche e determinate, ho alzato il culo dalla sedia e sono andata all'Alcatraz.
Il gruppo spalla, dal nome ignoto che poi si è rivelato essere pure australiano, è composto da tre omini chiaramente hipster (mi scuseranno il termine gli estimatori di questa moda ormai banalizzata, ma almeno ci si capisce). Insomma, capelli rasati ai lato con ciuffi ricci che cadono sulle fronti dei tipi, uno ha pure la camicia a quadri da boscaiolo mancato e muove una bacchetta per tenere il tempo e poi batte su un pad elettronico per fare i suoi rumorini e sentirsi un po' fuori dal mondo. Classiche facce estatiche dei musicisti in preda a orgasmi mistici mentre suonano. Voce del cantante che solo nell'ultima canzone si sente pronunciare delle parole di senso compiuto, mentre prima ci delizia con urletti in falsetto, e che ricorda vagamente Jhonny Cash. Poverino. Jhonny ovviamente. Per il resto noto un bell'ampli fender vintage microfonato, che però con il genere rock-indie-elettronico-noise del trio c'entra quanto i celebri cavoli a merenda. Che vuol dire che qualcuno li mangia, ma che fanno comunque schifo. Insomma, non è che fossero pessimi, il fender jazz effettato attraverso l'ampli vintage messo in loop station cosicché il cantante non dovesse suonare mentre cantava era un po' pessimo. A dirla tutta, il mio fender è pure più bello. In ogni caso come al solito mille problemi tecnici per cui dopo la band spalla abbiamo aspettato quaranta fottuti minuti per avere l'inizio dello show.
Se non sai chi sono i Bloc Party e non hai voglia di cercare su wikipedia sono un quartetto londinese formato da soli uomini, un cantate e seconda chitarra, un primo chitarrista, un bassista e tastierista e un batterista. Tra tutti il batterista è oggettivamente il più bravo, ma per sua sfortuna molto bruttino e quindi alla fine inscopabile. Certo, ero lì per sentirlo suonare perciò ero soddisfatta in ogni caso. Il cantante gli viene subito dietro e ha anche la fortuna di avere un timbro particolare, dal vivo rende molto bene e ha anche un'ottima tenuta del palco che non fa mai male. Poi se mi parli con l'accento di Londra sei figo. Senza contare che vedere un cantate che si diverte come un matto è sicuramente parte dello spettacolo che ci si aspetta da una giovane band. Il chitarrista è bravo, più che altro cura molto i suoni il che è fondamentale nel loro genere alternative-rock. Il bassista è un po' la nota dolente, ma che suona pure la tastiera quindi un po' si para il culo.
Le note stonate sono l'inizio sottotono per via di qualche problema di mixaggio da parte del fonico, tant'è che c'è anche una pausa per rifare parte del sound check. Inoltre, la scaletta era molto disomogenea, sembra un po' fatta a caso. Mi sono divertita parecchio, ho sudato un casino grazie all'umidità devastante e al pogo selvaggio (degli altri). Il momento del reggiseno volante che arriva sul palco al cantante che lo guarda schifato palesando la sua omosessualità mi ha fatta veramente ridere. Un po' come il tipo da solo sfigatissimo che chiama la signorina Vacca, non sto scherzando era veramente quello il nome sul telefono, per farle sentire il concerto. Senza contare i vari sfottò nei confronti delle tipe infighettate che si fanno le foto emo col telefono e le postano su instagram. Tristi storie che si ripetono. Nota positiva, oltre al fatto di sentir suonare Helicopter e Modern Love che mi ha dato grandi brividi di piacere, pochi telefoni e poche fotocamere alzate a far foto e più gente che guardava effettivamente il concerto godendoselo.
Dopo la sudata siamo tornate a casa della Chia a dormire, mi sono docciata e pigiamata, per poi spalmarmi sul futon fino a stamattina quando la luce solare ha interrotto il mio sonno di bellezza, giustificando la mia faccia stravolta e l'enorme brufolo che c'è su.
Ora son qui che cerco nomi per un packaging per mele…di cui il migliore per ora suggerito dalla Chia "mela dai" che nel momento della disfatta del pack verrà utilizzato per un vibratore al profumo di mela verde. Se penso che questo fine settimana mi aspettano otto ore al giorno di workshop ho voglia di spararmi una cioccolata calda endovena, una bella copertina addosso, film demenziali e nessun tipo di fatica per il resto della giornata. Nel mondo delle virgole al contrario potrei farlo, ma per ora sto qui e ciò che pensi non si materializza da sé nell'etere.
Nelle conclusioni sono pressoché incapace. Quindi concluditelo da solo il post, alla fine so che sei bravo a farlo, lettore ficcanaso. Anzi, fai una cosa. Esci. È venerdì, vedi gli amici, la tipa, il tipo, i tipi, il tuo amico immaginario o chi per esso. Divertiti, pensa a cose leggere e non preoccuparti per almeno una sera. Alla fine mica sei tu che ti sveglierai alle sette pentendosi amaramente di fare un corso di sabato mattina!

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