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domenica 27 gennaio 2013

Giornata della memoria selettiva

Questo è un post leggermente polemico, lo dichiaro subito.
Si parla di memoria, una cosa che in Italia sembra sia riservata solo alle star di serie B e ai gossip che le riguardano. La nostra è una memoria a malapena televisiva, una non-memoria su cui si basa l'incessante ripetizione dei palinsesti. Se pensate a quanto sia malleabile un popolo senza memoria, senza radici, senza ricordi veri e propri, potete facilmente capire come mai ci tengano tanto i governanti a veicolare i ricordi.
Dobbiamo, dovremmo, ricordare. Si spera non solo lo schifo che abbiamo perpetuato, ma anche le cose buone che ogni tanto l'umanità fa.
Però noi oggi pensiamo ai problemi che abbiamo creato e non evitato, a quelle guerre combattute nella stessa specie, qualcosa che in fondo di naturale non ha proprio nulla.
Anche se ormai questo termine "naturale" è abusato, come normale, come il concetto di "solitamente" una sorta di continuo perpetuarsi di stereotipi fasulli su quello che la gente fa o non fa. Volevo dire che a me l'olocausto l'hanno venduto come il picco più basso dell'umanità. Non posso dire che non sia così del tutto, è stato un periodo orribile, per molti. Non solo per gli ebrei, diciamolo. Ormai quel poco che si ricorda è, come già detto, veicolato. Sinceramente non mi piace molto che si parli solo di una categoria.
Nel corridoio tra le due guerre mondiali, il periodo in cui esplose il nazionalismo tedesco che diede origine al nazismo, i primi a perdere la libertà furono tedeschi, oppositori politici. Per non parlare di andicappati, omosessuali, nomadi e stranieri che stavano dall'altra parte. O i cari affidabili voltagabbana, noi italiani. Massacrati tra campi tedeschi, campi italiani, campi di combattimento in cui siamo messi tra amici diventati nemici e nemici che nel dubbio rimangono tali.
Ma prima? Siamo così sicuri che prima che i tedeschi diventassero i cattivi preferiti dal cinema hollywoodiano l'umanità fosse fatta da governanti amorevoli e pacifisti? Non direi.
C'è un termine con cui ci si ricorda degli armeni per esempio: eccidio. Oppure ci possiamo ricordare dello sterminio degli aborigeni australiani, che giusto qualche anno fa hanno ricevuto le scuse del primo ministro australiano. Bianco.
Come diceva qualcuno: che ne dici di evitare di fare qualcosa per cui doverti scusare?
Trovo scorretto pensare ai tedeschi come ai più cattivi dei cattivi. Quello che fa paura è l'organizzazione, la meticolosità con cui i nazisti riuscirono a uccidere così tanta gente. Perché certe idee le rubarono ai russi, altre agli italiani, la simpatia probabilmente dai conquistadores spagnoli. Spagnoli che massacrarono i nativi sud americani, Inca, Aztechi, Maya che ormai sono pure fuori moda dopo il 2012.
Avevano giusto finito la pietra su cui incidere, ma no dai tiriamoci fuori del catastrofismo. Sempre per Hollywood. Perché invece gli indiani americani erano così felici di essere uccisi dai cowboy e dai puritani! Prima degli anni '60 non sono mai stati visti come i poveri nativi che vengono invasi, ma solo come gli stronzi che facevano gli scalpi.
Altra frase celebre: la storia è scritta dai vincitori.
Quindi i cattivi sono quelli che ci fanno comodo. Come lo schiavo cattivo che scappa dal bravo badrone bianco. Le donne che lottavano per i loro diritti erano delle troie brutte che non si scopava nessuno. O delle cattive mogli e pessime madri. Nell'epoca moderna le lesbiche sono brutte, le femministe frigide e le madri di gay delle stronze repressive.
Insomma, ricordiamo quello che pensavano i nostri nonni e rendiamoci conto di cosa pensiamo ora, di quali stereotipi ci sono rimasti. L'ebreo è ricco, il gay è effemminato, la donna deve stare in cucina e l'uomo fare il bruto. I neri sono servili, non incazzati. Perché le Black Panther non se le ricordano mica. Senza memoria continuiamo a perpetuare i soliti errori.
Non mi ritengo un'opinionista, una storica o una scrittrice. Non sta a me giudicare, ma a tutti riflettere, perciò spero che una carrellata di ricordi a volte ci porti a rinfrescare pensieri e memorie. In fondo ciò di cui più hanno paura i governanti sono masse che pensano con la loro testa e non attraverso ciò che gli viene indotto, come ci dice eloquentemente Orwell.
L'umanità continua a schiacciare il capro espiatorio del gruppo sociale. Non dico che il nazionalismo tedesco sia da scusare, ma non tutti i tedeschi erano nazisti. Sembra banale, ma quanta gente ancora pensa come un uomo di Neandertal.

A questo proposito, volevo spezzare un po' questa tirata di brutti ricordi con una notizia demenziale. Pare che abbiano ricavato finalmente il DNA dell'uomo di Neandertal. E fin qui può essere interessante, sapete proprio per quel fattore della memoria, magari per la ricerca genetica e così via. Poi però senti che un ricercatore sta cercando una donna da inseminare con il DNA neandertaliano per creare un nuovo Neandy boy.
Va bene la memoria, ma riportare in vita ciò che non c'è da millenni forse non è una grande idea.
Però che ci volete fare, il vintage fa così di moda da noi italiani, basta guardare le elezioni politiche.

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