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lunedì 11 febbraio 2013

Ratzi se n'è andato e non ritorna più

Quando un'icona di stile ed eleganza se ne va dalle scene è sempre una gran tristezza, in questo caso parliamo di un lui pieno di amore per Prada: Benedetto XVI.
L'abdicazione di una figura così autorevole nel mondo della pellicceria, che aveva riportato in auge il retrò nello stato pontificio, rende molto tristi tutti gli amanti delle sue babbucce. L'ermellino che gli copriva le spalle dichiara: "non era pià come prima, ora mi indossava solo d'inverno e preferiva i maglioni di pile sotto la tonaca".
I fabbricanti di papaline con pelo saranno sul lastrico, dopo questo ritorno in pompa magna avevano già iniziato a comprarsi la macchina nuova e nessuno pensa alle loro rate!
I chili di correttore per le occhiaie alla "Palpatine" avevano dato lavoro ai bambini in Burundi, ma ora per loro solo scarpe e palloni di cuoio cucini a mano. Sono giorni tristi per la moda pontificia.
Boiate a parte devo dire che anche per un'anticlericale come me è stat vagamente scioccante svegliarsi e scoprire che il Papa aveva abdicato. Chissà perché poi, quali pressioni interne ci saranno state all'interno di quel piccolo eppure enorme stato che è il Vaticano. Io dico che vuole tornare ad Avignone pure lui.
La pressione mediatica è sicuramente stata maggiore di quella di tutti i suoi predecessori. Non è che semplicemente uno mandava una mail al Papa per dirgli "mi fai schifo" o "evviva evviva", anzi "alleluia alleluia" che è più in tema. (one does not simply send an email to the Pope, per citare un mito di internet). Propbabilmente le pressioni interne che prima portavano a un freno a questa modernizzazione portata prima da Paolo VI e poi da Giovanni Paolo II, ora portano nella direzione opposta. Non che ci si potesse veramente aspettare che un latinista teologo tedesco con scarsa attitudine alla comunicazione potesse far presa sulle masse come il Papa che sopravvisse al nazismo e che passava le sue giornate tra bambini, piscine olimpioniche e sciate in montagna. Immaginatevi uno vestito di bianco, sulla neve, che scia veloce come un razzo, l'incubo delle guardie svizzere.

L'altra grande notizia è stata quella di Beyoncé, che dopo un'orribile foto al superbowl ha chiesto gentilmente, o ingenuamente, di toglierla da Internet. Grosso errore mia cara, è il modo migliore per far sì che tutti la vedano, la vogliano vedere e ne parlino. Dopo anni per diventare una bella donna da bambina sovrappeso che era, è diventata una mamma di classe, una che fa i video col pancione, e in un attimo puff. Tutto svanito. Niente più icona di bellezza per la Knowles, che resta comunque una bella voce da sentire. Suvvia Bebe, non te la prendere, è la regola del mercato. Se ne parla sempre male prima o poi delle celebrità. Potevi farti una risata e prenderti in giro da sola, passando come quella autoironica e superiore alle prese in giro, invece ci sei cascata come una pera cotta. Non hai imparato che sia bene o che sia male l'importante è che se ne parli? Vuoi abdicare con Ratzi? Andate insieme alla spa e vi lamentate del pubblico insensibile, così poi tornate freschi al vostro lavoro sovraesposto.

Tra le notizie minori volevo giusto segnalare che a Milano pare ci sia pericolo per la propria pelle e per il proprio portafoglio. Probabilmente ad andare da soli in centrale di notte un attimo si deve star attenti che non ti scippino, come in molte grandi città. Tuttavia il caro console neoeletto dell'ambasciata USA voleva proprio che lo sapessero tutti. Perché si sa, che le campagne elettorali non restano mai cose di casa. Abbiamo mezza Europa pronta a sfancularci se eleggeremo ancora Mister B, mentre negli Stati Uniti già prendono i fucili per venire a salvarci dai criminali portati dalla sinistra. Si sa che senza di loro in Europa non siam capaci di pararci il culo, come no. Proprio il console stavamo aspettando, con le sue stelle e le sue strisce, che a Milano van così di moda quelle bianche, al sapore di coca.
"[il console Scott] invitava a fare attenzione alle frequentazioni serali, «ai vostri oggetti di valore a casa e in strada, e agli stranieri che vi avvicinano»." Soprattutto agli statunitensi, aggiungerei.
Sinceramente, da milanese mi sento di dissentire. Sono stufa marcia della paura instillata nelle persone ogni giorno in questo paese e Milano, da grande città quale è, ha sicuramente i suoi problemi, ma impaurire le masse non è una soluzione. Senza contare che "straniero" è un aggettivo che vuol dire tutto e niente, inoltre basta con la paura dell'uomo nero. La maggior parte dei crimini come le aggressioni avvengono tra persone che si conoscono. Chi volete che sappia quando non siete in casa se non quelli a cui l'avete detto? Non è una costante, per carità, ma ci sono moltissimi criminali italiani, la maggior parte degli attacchi alle donne avvengono da ex amanti, ex mariti, conoscenti. Moltissimi ricatti e sequestri sono fatti da persone con cui si lavora o che si conosce. Invece di avere paura di chi vi si avvicina per chiedere un'informazione, pensate prima che molti stranieri vengono qui per cercare un posto in cui lavorare, oppure stanno fuggendo da guerre e carestie. Sembra sempre troppo facile accusare e mai capire.
Per poi ricordare che negli Stati Uniti i ragazzini si ammazzano con le pistole a scuola, che hanno i metal detector nei quartieri a rischio e una criminalità talmente alta che a NYC hanno festeggiato perché in un giorno non era morto nessuno per la prima volta da decenni.
Milano mi piace, mi piace viverci nonostante tanti difetti. Non mi hanno mai aggredita, pur essendo andata in giro di notte da sola fino alle periferie in cui abito dal centro. Non sono una stupida, non vado a cacciarmi nei casini da sola, ma semplicemente non mi ritraggo se sul tram un magrebino mi chiede dove scendere per arrivare in stazione Garibaldi.

Siamo in un periodo di cambiamento, l'avevano detto anche i Maya, quindi pregate per gli stilisti del Papa, guardatevi la foto di she-hulk alias Beyoncé e compratevi un mattone da mettere in borsa, just in case.

1 commenti:

  1. Molto spesso non c'è neppure bisogno del mattone, vista la mole e la massa degli oggetti che di solito porta una donna in borsa nella media.

    Per gli uomini consiglierei di fare come me: portare cappotti pesanti come la maglia di allenamento di Goku.
    Anche se non so se siano facili da lanciare...

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