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mercoledì 4 dicembre 2013

John Mayer in concerto

Chi è John Mayer, e come fa ad aver riempito la O2 Arena di Londra per due ore di concerto? Per molti John Mayer è noto come quello che ora sta con Katy Perry, fortunato lui; eppure per me quella fortunata è lei, dato che sta con uno dei più bravi chitarristi viventi, che a soli trentasei anni vanta già una carriera dal successo più che decennale.



Era il 1999 quando il primo EP di John usciva negli USA, per le strade di Atlanta, e la Aware Records gli faceva firmare il suo primo contratto dopo pochi mesi; in due anni il salto con la Columbia e il secondo album lo portarono nelle Top 20 americane. Così nasce la carriera di Mayer come chitarrista e cantante rock-blues, con una svolta più country folk negli ultimi anni, generi che spesso in Italia sono associati a vecchi musicisti con la voce roca che passano il loro tempo a cantare tristi canzoni in fumosi bar pieni di birra e noccioline per terra. Invece in UK la situazione è ben diversa: ci sono sì persone di tutte le età, ma la maggior parte di queste sono giovani ragazzi venuti a gruppi o in coppia per vedere un musicista che, con la semplicità dei suoi suoni e della sua voce, è riuscito a stregare centinaia di persone per una sera, e milioni di altre nella sua carriera. Pensate che ha suonato con nomi quali Eric Clapton e B.B. King, ma questa è solo una piccola parte della sua esperienza, che non comprende solo la musica.


“One day our generation
Is gonna rule the population”


Domenica 20 ottobre, con due biglietti alla mano per posti terribilmente lontani dal palco trovati all'ultimo momento, ho preso la metro londinese e mi sono recata in una delle più grandi arene britanniche per vedere John Mayer assieme al mio chitarrista, che ora sta depresso nell'angolino a piangere perché non è così bravo nonostante i suoi quasi trent'anni di età. Avendo quindi la mia piccola groupie come accompagnatore, ho deciso di osservare come gli inglesi vivessero i concerti. Prima di tutto ognuno ha un posto numerato anche nella parte davanti al palco, l'ordine è pressoché assoluto fin dalla fila in cui nessuno spinge e che ognuno affronta con moderata calma, certo: in fondo i posti sono già stati stabiliti e l'affanno è superfluo. Vorrei aggiungere che in treno mi è capitato di avere vicino dei ragazzi che bevevano birra, e ad un certo punto uno di loro per sbaglio ne ha rovesciata una. Nessuno strillo, nessuna lamentela. Una signora in compagnia di una bambina piccola gli ha cortesemente regalato un pacchetto di fazzolettini e un'altra signora (con i gatti sulla borsa e Che Guevara sulla maglietta) ha dato il suo bicchiere del caffé vuoto per buttare via dopo aver pulito. Non è tanto che la cortesia sia parte del loro DNA, quanto che bere in pubblico è ampiamente tollerato a qualsiasi età. Infatti anche allo stadio le persone avevano la loro pinta di birra, ma rigorosamente tenuta nell'apposito sostegno sul bracciolo del sedile; questa sì che è civiltà.

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Tra il pubblico un sacco di persone avevano le magliette del tour, come la coppia seduta davanti a me. Mentre i miei vicini mangiavano la pizza come nei peggiori film americani, vedo un rivolo di fumo alzarsi davanti al mio naso; la cosa mi stupisce, dato che so perfettamente quanto gli inglesi siano puntigliosi con il fumo e le zone in cui è vietato (o meglio, le zone in cui è consentito). Mi accorgo dunque della provenienza del fumo, nientemeno che la terribile e odiatissima sigaretta elettronica, il che mi lascia perplessa, dato che qui in UK non ho visto nessuno usare quella boiata devastante. Dopo poco si spiega l'arcano: il tizio è italiano. Scoprirò in seguito che di italiani ce n'è parecchi, infatti il buon John Mayer mai è giunto in Italia nella sua carriera, e questo è uno dei motivi che ha portato il mio accompagnatore e me a soffrire di invidia esterofila a questo concerto.

jm-tshirt

L'apertura è stata fatta dalla band della giovanissima cantante e musicista britannica Gabrielle Aplin. Dopo la sua esibizione e qualche minuto di pausa il concerto è iniziato, non in orario, bensì in anticipo. Cose mai viste in Italia, forse giusto Bruce Springsteen inizia in orario a San Siro. Educatamente le persone battono le mani, cantano parte dei brani, ascoltano rapite gli assoli di John Mayer che magistralmente gestisce il concerto, con picchi di zarraggine quali il suonare la chitarra elettrica dietro la schiena dopo aver suonato l'acustica sul davanti e avendola ancora al collo.


Questo è un esempio di zarraggine acuta risalente al 2010.

Per noi che siamo abituati a pogare e spingerci urlando davanti al palco o a ballare come pazzi sotto cassa potrà sembrare freddezza, ma l'ordinata partecipazione britannica permette a tutti di guardare, ascoltare e godere del concerto senza avere ubriachi che ti rovesciano addosso la birra, fumatori che ti bruciano il braccio o energumeni che coprono la vista alle donzelle di scarsa statura. Se poi non puoi permetterti le trenta sterline minime per il concerto, puoi sempre avere una amica che le ha, la quale, incurante del suo accompagnatore, passerà tutto il tempo del concerto con te su Skype mostrandoti ciò che ti stai perdendo: la mia eroina della serata. Ah, se vi interessa, era pieno di gnocca.

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In generale è stato uno dei più bei concerti che abbia mai sentito, e a livello scenografico tutto era molto semplice: eravamo nel deserto americano con momenti un po' bizzarri quali la neve nel deserto, i fiorellini nel deserto e i fiorellini sui cactus pieni di colibrì tridimensionali nel deserto. Ora, va bene che volevi fare design, John, ma quelle texture erano terribilmente finte. Una menzione speciale ai fonici, il missaggio era a dir poco spettacolare, soprattutto per quanto riguarda la batteria. All'uscita l'ordine è rimasto assoluto: nessuno che spingeva per raggiungere la metropolitana e il merchandising viene venduto solo nello spazio adibito, proprio come in Italia.

Infine vorrei ricordare la coppia hipster la cui foto è venuta purtroppo mossa, ma comunque sappiate che lei aveva i capelli rosa, la bombetta e una giacca a scacchi. Basta che ora gli hipster non si impossessino anche del blues, perché è la volta buona che gli taglio le gomme delle loro costosissime bici.

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