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mercoledì 26 febbraio 2014

Ah ma quindi fai architettura

Oggi senti la necessità di spiegarmi. Perché forse negli anni la quantità di diverse sfumature del mio lavoro si è talmente confusa che alla fine chi mi conosce non capisce bene cosa faccia per vivere. Un po' come Chandler di Friends.

Mi sono laureata in Design della Comunicazione, sotto la classe di Disegno Industriale. Specifichiamo che Design era, precedentemente, sotto Architettura solamente al Politecnico di Milano, solitamente sotto sezioni quali Design, Arti applicate e simili. Quindi no, non so niente di architettura, non ho fatto statica, non so progettare un palazzo, non ho mai fatto un modellino di una casa e non mi piace neanche. Nel mio caso, comunicazione significa aver a che fare con tutti quegli artefatti comunicativi a livello visivo: video, foto, grafiche, poster, pubblicità, packaging e chi più ne ha più ne metta. Tra questi anche i siti web, le applicazioni e le illustrazioni.

Insomma un bel minestrone, mi rendo conto. Fatto sta che a me piace l'editoria, vorrei lavorare nell'impaginazione, oppure nel mondo di quella bella gente che sono i creative director. Ovviamente dato il mercato come gira, mi sono ritrovata a fare un po' di tutto, la maggiore esperienza che ho ormai (da quando avevo 19 anni quindi siamo quasi a 5 anni pieni - in mezzo ho avuto tesi, erasmus, crisi famigliari e così via - e sembra solo ieri) è in web design. La richiesta è mediamente alta, ma l'offerta anche, quindi spesso i prezzi sono scesi. Non solo, molte persone pensano di poter fare i web designer mettendo insieme due plug in su template prefatti. Altri pensano che fare il web designer sia una sorta di evoluzione hipster del web master, altri ancora che tu sia un web developer. I migliori sono quelli che non capiscono una mazza ma vogliono fare tutto loro, farlo fare al nipote, farlo guardando un tutorial su youtube. Va beh.

Ora, le figure si possono unire, modificare, integrare - evveva l'insiemistica! - ma ognuno ha delle caratteristiche. Anche se possono risiedere tutte in una singola persona, non è scontato.

Glossario semplificato:


Web designer: Progettista di interfacce grafiche front end. Solitamente ha conoscenze base di CSS, HTML, Php (opzionale, anche perché è un linguaggio discutibile) XML e Js.

Web developer: Si può dividere in front end, ovvero colui che scrive codice per far sì che il lavoro del web designer prenda vita tramite CSS, HTML, JS, JQuery e così via; back end, colui che costruisce CMS, popola DB, scrive in Java o in Python. Poveri cristi. A volte sono competenti in entrambi i campi.

Web master:
Figura ormai estinta che si occupava di amministrare il sito, che comprendeva le figure sovracitate in un periodo in cui il web era più semplice, tipo gli anni '90.


Ora, cari amici, cari conoscenti. Ho una laurea in Design, che vuol dire progettazione, non disegnare (drawing), esiste una disciplina nota come Computer Science, Informatica in italiano, in cui dei buffi ometti passano ore a scrivere codice e a fare battaglie di scrittura per Google (giuro, le fanno). Cose che io non mi sognerei mai di fare. Cose che fa quel pazzo del mio compagno. Personalmente la trovo una delle attività più noiose del mondo. Opinioni.
Altra cosa è Ingegneria informatica. No, non è la stessa cosa, ditelo ad un informatico e vi mangerà la testa come solo il conte Ugolino insieme ad Hannibal Lecter potrebbe fare. Gli informatici sono un po' razzisti.

Quindi cosa faccio io? Progetto, disegno, creo interfacce grafiche tenendo conto dell'interazione utente (esiste una disciplina specifica che è Interaction Design in cui questi aspetti sono approfonditi). Lavoro spesso con developers, coders, persone che conoscono il codice web a menadito, che fanno magie dando vita alle mie idee. Non ho mai scritto di essere una web developer, una web master, una coder. Conosco i linguaggi perché sono tenuta a sapere quali sono le possibilità a mia disposizione, le frecce al mio arco, ma io un arco non lo so fabbricare mica.

Non sono quella che fa i disegnini, non sono colei che passa il suo tempo a mettere la porporina sui fogli, ma non sono nemmeno un tecnico. Mi sono sentita dire "ma tu che usi il computer non è che mi puoi riparare…" ecco, no. Ho la fortuna di saper come funziona un pc, di aver fatto persino un esame sull'hardware, di saper assemblare un computer. Ma da lì a, che so, saper scrivere tutto da riga di comando ce ne passa. Non sono un'informatica, non lo voglio essere, non sono una che scriva codice e non voglio diventarlo. Chiedetemi cose che so fare o che mi interessa fare e che sono nelle mie corde, non di costruirvi un razzo missile con circuiti di mille valvole.

Infine, i compensi.
#coglioneno, #stocazzosì, come volete chiamarlo, ci siamo trovati tutti con le pezze al culo, in necessità di danaro e con l'ansia di non avere un lavoro fisso. Io detesto lavorare freelance, sarò sincera. Lo odio profondamente perché non mi dà la garanzia di pagarmi l'affitto, di avere un piatto in tavola ogni sera, di poter un giorno chiedere un mutuo per la casa. Lo faccio lo stesso. Ho avuto un lavoro vero per anni, sia part time che full time, in cui sono stata pagata il giusto, avevo l'ufficio col mio computer, il mio nome sui progetti, il riconoscimento delle mie capacità. Dovermi di nuovo abbassare a prendere le briciole per lavori che valgono molto più di 50 euro mi sembra un insulto non solo alla mia categoria, ma a me stessa. Ai soldi che ho investito nel mio titolo di studio, all'esperienza che ho e che mi costruisco ogni giorno.
Dire no, indignarsi, quando hai 600 euro in banca e un affitto da pagare è difficile. Però se penso ai circa 4 mila euro spesi per il PoliMi, a tutte le stampe che mi sono pagata da sola, lavorando, alle volte in cui tornavo a casa esausta e dovevo fare i progetti fino alle 2 di notte, per poi essere in ufficio alle 9.15 come ogni buon lavoratore, mangiare, andare in università, arrivare a casa e ricominciare. Con tutto questo, con il pensiero di chi come mia madre ha creduto in me, non riesco più ad abbassarmi.

Per farvi capire, un lavoro di un giorno pieno, facciamo 10 ore, a 100 euro sono 10 euro all'ora. Quando facevo ripetizioni da laureata erano 15 euro all'ora. Al liceo mi facevo pagare le tavole 10 euro. Al liceo. Le ripetizioni di latino e greco partono dai 20 euro all'ora per un laureato in triennale. Vi sembra corretto, quindi?

Apprezzo che mi consigliate ad amici e conoscenti, ma se devono essere lavori mal pagati e che neppure potrò un giorno mettere in portfolio, mi chiedo se abbiate effettivamente capito cosa faccio. Non sono una studentessa in cerca di lavoretti per comprarsi la gonna di H&M. Ho quasi 26 anni, vivo da sola col mio compagno, non chiedo sempre i soldi a mammina e devo pagarmi l'affitto come tutti. In tutto ciò volevo ringraziare chi, invece, mi ha passato bei lavori di cui sono fiera, quegli amici che mi hanno chiesto una mano e che mi hanno dato il giusto compenso. Grazie veramente.

Se ancora qualcosa non vi è chiaro, fatemelo sapere.

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