Copyright © Alice Scribacchina
Design by Dzignine
lunedì 24 febbraio 2014

È solo sesso


Tempo fa ho parlato in questa sede di Mister Grey (poi andrò a vedere il film giusto per farmi del male). Questa volta parliamo di una storia a puntat, non è finita ed è in continua pubblicazione online a quanto pare. Questa è la prima puntata e attualmente sono una quindicina o forse di più, purtroppo. La storia inizia in medias res quindi non sappiamo il nome della protagonista né il suo passato, il passato dell'uomo che si scopa in questo paragrafo e così via.

Salii le scale nel silenzio di una mattina qualunque. Il tipico silenzio qualunquinsta. L'ufficio era deserto, si sentiva solo il suono dei miei tacchi riecheggiare lungo i corridoi. Ero sola, Abbiam capito. gli altri non sarebbero arrivati prima di un'ora, ma avevo del lavoro da terminare prima della riunione delle 10. Di nuovo. Frustrazioni lavorative, dai hche attendiamo le frustate lavorative. Da qualche tempo, infatti, pareva che il nuovo capo si divertisse, con sadica insistenza, Uhm, sadismo. a sobbarcarmi di lavoro. Usava la scusa delle mie fantomatiche competenze e capacità, Modesta. ma secondo me era solo una ripicca perché con masochistica Uhm, masochismo. Ora che l'abbiamo citato siamo a posto. Ingolosiamo il lettore. ostinazione continuavo a respingere le sue avances, Virgola. cosa alla quale non era per niente abituato, Virgola. e cosa per niente semplice, Virgola. da parte mia, Virgola. visto il suo carisma, Virgola. il suo destabilizzante fare autoritario e adulatorio al tempo stesso, Virgola. e il suo corpo sexy da paura. Paura di non essere abbastanza forte per resistergli. Paura di rimanere senza virgole. Paura di rimanere intrappolata nella sua orbita Dopo la donna cannone ecco a voi la donna satellite. di promesse di incontenibile piacere Tipiche promesse di piacere incontenibile dei capi ufficio, di solito ciccioni grassi che ti fissano le tette. che mi attraeva come una mosca col miele. Ma mica erano le api?
Mi affacciai sul pianerottolo. Pianerottoli a forma di balcone. Il suo ufficio era vuoto, la luce era spenta. Lui non c'era. Probabilmente se la starà spassando con la biondina di turno. Pensai. Pensi pure in corsivo, brava!
Attraversai il corridoio sollevata di non dover fuggire da quello sguardo ardente che pareva risucchiarti l'anima, Praticamente sta parlando dell'occhio di Sauron. e proseguii verso la mia scrivania, ma non appena superai lo sgabuzzino della cancelleria, una ferrea stretta mi afferrò per la vita e mi trascinò all'interno di quel camerino buio. E qui inizia un porno o un horror. O un porno horror, ancora meglio. Chi non vorrebbe uno zombie in giarrettiera.

Non ebbi il tempo di gridare, di oppormi e nemmeno di respirare Quindi muori. che la porta si chiuse e due labbra calde, morbide, ansiose, si scagliarono sulla mia bocca, zittendomi definitivamente. Labbra che si scagliano, lanciate da chissà dove. Lei intanto non fa in tempo a far nulla sicuramente, povera.
Patrick Perché se scrivi in italiano dai nomi stranieri? Poi non era quello dell'omino del cervello? mi aveva teso un agguato. Roar. Stufo della mia indecisione e delle mie resistenze aveva giocato la carta della sorpresa, della forza e della prepotenza. Poteva direttamente venire alla tua scrivania e sbattertelo in erezione sui documenti e proporsi come fermacarte umano allora. Con prepotenza Aridaje. quella lingua si intrufolava nella mia bocca, Come un furetto. con prepotenza E tre, ma un sinonimo? le sue mani entravano nella mia carne, Praticamente la sta operando a cu…ore aperto. mi sbottonarono la camicetta, mi palpavano i seni e violarono le mie mutandine. Consecutio temporum, questa sconosciuta.
Stretta in quell'angolo buio cercai di oppormi a quella furia animalesca, cercai di resistere a quell'incontenibile passione che mi stava travolgendo. Un po' je piace eh. Cercai di essere più forte delle mie voglie. Io ci provai, lo giuro! To o' giuro! Ma come si fa a resistere a qualcosa di così piacevole che ti esplode nelle viscere? Un po' come quando mangi un taco piccante e poi sai che starai male tutta la notte. Qualcosa di così maledettamente eccitante da annullare tutto il resto? Non si può. Appunto. La verità, però, è che non mi opposi a quel bacio. Avevamo capito. Non cercai minimamente di oppormi a quelle labbra e a quella lingua che violavano la mia bocca, e non mi opposi a quelle mani che affondavano nella mia carne. Sì, squartami tutta! Io volevo quel bacio, lo volevo con tutta me stessa insieme a tutto quello che venne dopo. Dopo quando? Ah, adesso.
Mi fiondai Come…una catapulta! io stessa su quelle labbra che per tanto tempo avevo finto di non volere, le divorai, le succhiai Sto vizio de succhià, mamma mia. sfogando tutta l'eccitazione repressa, Repressa dove?! fregandomene di tutto quello che c'era fuori da quella porta. Ovvero, nessuno.
Il suo profumo mi riempiva le narici, il suo sapore mi riempiva la bocca, ma io ne volevo di più. Io volevo tutto. Voglio tutta la mortazza che ha, abbondi!

Litigai coi bottoni della sua camicia e vittoriosa gliela scagliai a terra. Medaglia d'oro in lancio della camicia slacciata. Nel buio di quello sgabuzzino non riuscii a vedere chiaramente il suo petto nudo, ma avevo talmente fantasticato su quei muscoli che non fece alcuna differenza. Tanto abbiamo capito che ti interessa solo farci insieme il cruciverba della domenica, già. Le mie mani sondarono quel torso tonico, Mani sonar. gli addominali scolpiti, le braccia tornite e la schiena possente che prometteva di reggere ad ore di sesso sfrenato. Lui fa sesso con la schiena a quanto pare.
Forse era proprio quel buio che aveva permesso alla me più porca di schizzare fuori. E via di parole zozze! La luce, forse, avrebbe inibito le mie pulsioni, forse. O forse no, non sarebbe cambiato nulla. Forse sei un po' troia e non devi stare a questionare.
Patrick si allontanò dalla mia bocca per scorrere con le labbra tutto il mio corpo. Scivolò dietro il mio orecchio Come fa a far scivolare le labbra dentro all'orecchio. e lungo il mio collo. Il ventre mi si contorse per l'eccitazione. Lui arrivò ai miei seni, succhiò i capezzoli portando via dal mio corpo il veleno di ogni remora, Remora velenosa, pericolosissima, poi morde solo i capezzoli come dice il manuale delle scienze. li mordicchiò incendiando le mie voglie e li titillò Uno dei verbi più cretini del mondo. con la sua lingua esperta. Una lingua laureata in titillologia signori. Gemetti sopraffatta mentre le sue dita scorsero sul mio ventre, intrufolandosi nel tanga e immergendosi negli umori che stavano annegando il mio sesso. Sesso in mare, sesso in mare! Un salvasesso, presto!
L'eccitazione si nutre di eccitazione. Si autofagocita, un auto cannibalismo pericolosissimo, per questo poi si estingue, come i panda.

Sentivo la sua voglia Figura retoricha che sta per cazzo. di me gonfiarsi fra le sue gambe e ingigantire la mia, già straripante, Praticamente una diga di squirting. voglia di lui. Liberai il suo sesso dai jeans All'urlo delle masse in manifestazione: cazzo libero! e lo afferrai. Era così fiero e vigoroso che desiderai di averlo dentro di me subito, in quello stesso istante. Chi non vorrebbe un cazzo fiero in effetti. Ma Patrick aveva altri piani. Piani per conquistare il mondo!
Mi fece salire sul tavolino dietro di me, Tavolini in sgabuzzini minuscoli. mi sfilò definitivamente la gonna e il tanga, e si chinò fra le mie gambe. Non riuscii più a contenermi. S'è rotta la diga. I miei gemiti sommessi divennero sempre più forti e selvaggi esattamente come il piacere che, come una scarica elettrica, percorreva tutto il mio corpo. L'uomo dalla lingua elettrica. Godevo per quella lingua, la sua lingua, Ah pensavo fosse una lingua che passava di lì per caso. che sapientemente si muoveva fra le mie cosce sapendo esattamente dove andar giù deciso Che è, un macete? e dove invece essere più delicato. Allargai di più le gambe per offrirgli il mio frutto prelibato Una papaya. in tutto il suo splendore. Una papaya luccicante. Volevo che lo assaporasse tutto, che lo divorasse per l'eternità, mai sazio di me. Un'abbuffata di papaya luccicante.
Mi penetrò con la sua lingua, Quindi lui è il nipote di Gene Simmons. succhiò le mie labbra, Ew. stuzzicò il perineo, Le lecca il culo, doppio ew. coccolò il clitoride fin quando Non si addormentò sereno. il mio piacere esplose nella sua bocca. La papaya è esplosa spinta dalla diga di squirting, ora lui annega. Sesso in mare!
Il cuore mi batteva all'impazzata, avevo il fiato corto come dopo una folle corsa, ma la mia voglia di lui non era passata, e lui lo sapeva. Continuò a baciarmi delicatamente preparandomi per il piatto forte. Basta papaya, mo' te magni 'a carbonara.
La sua bocca risalì il mio corpo, Come solo un salmone sa fare. indugiò sui miei seni E con questi che ci faccio mo' che sono senza veleno? e approdò sulla mia bocca. Finalmente in porto! Afferrai la sua testa trattenendolo a me, TRATTENENDOLO A ME. perdendomi nelle sue labbra e succhiando quella lingua, Ma fa schifo succhiare la lingua! che ancora sapeva di me e che mi aveva fatto godere poco prima. Al gusto di papaya squirtante.
Sentivo i suoi rantoli infoiati, No dai non c'è scritto sul serio. le sue braccia forti strette al mio corpo, le sue mani avide Damme li sordi! sulla mia schiena e sul mio seno.
Ero pronta per accoglierlo, Vieni caro, ho dato una spazzata al pavimento e ora è tutto in ordine. affamata di lui, del suo corpo, del suo sesso. Sostanzialmente unite Lorena Bobbit e Hannibal Lecter. Volevo che mi esplodesse dentro, Ce l'hanno con ste esplosioni. che godesse di me e con me. Volevo diventare per lui insostituibile e irrinunciabile. Ellamiseria tutta sta roba per du' bottarelle.

Sentivo il suo vigore Altra sottile metafora per cazzo. premere fra le mie gambe ancora intorbidite Non intorpidite eh, intorbidite, perché c'è l'acqua sporca. dall'orgasmo, la sua pelle contro la mia pelle, finché mi scivolò dentro per non uscirne più. Invece del lubrificante ha usato l'attack.
Reclinai la testa, Poltrone reclinabili e non solo, anche teste reclinabili! inarcai la schiena in preda a spasmi di piacere che mi arricciavano le dita dei piedi. Arriccia spiccia piediccia. Le sue mani aggrappate alle mie cosce, il suo bacino contro il mio. Ogni colpo secco e deciso era un passo verso il paradiso. Mi sa che sta sbattendo la testa nello sgabuzzino e vede le stelle.
I miei gemiti divennero veri e propri urli che Patrick tentò di attutire mettendomi una mano davanti alla bocca, Zitta, troia! ma in quel momento non m'importava che le mie grida di piacere si sentissero oltre quella soglia, La soglia dello sgabuzzino, manco fosse una casa. dove la luce del sole batteva sul mondo. Luce che batte sul mondo, sarà una sua collega all'angolo della strada. Anzi, che sentissero pure e che assistessero a quella scopata da Oscar. Poi ti fanno pure l'applauso e le foto sul red carpet. Convinta tesoro.
Osannai Dio Blasfemie a muzzo. e soprattutto pregai lui di non fermarsi e di scoparmi sempre più forte fin quando il secondo orgasmo arrivò con ancor più violenza del primo. Sembra una roba angosciante più che una scopata però.
Ero esausta, ma tremendamente felice e appagata.

«Sei un porco» Detto da lei! Sussurrai maliziosa vedendo la sua sagoma muoversi nell'ombra. E qui scopriamo che lui è di cartone.
 «E tu sei una gran troia Se n'è accorto. - Rispose avventandosi ancora sulle mie labbra - E questo lo tengo io»
Aveva raccolto il mio tanga e se l'era infilato nel taschino della giacca. In ufficio, la mattina, col tanga in tasca. Bella scelta.
«Ma non posso restare tutto il giorno in ufficio senza niente sotto» Protestai. Lo vado a dire alla maestra!
«Oh, sì che puoi - Replicò - Ed è proprio ciò che farai» Grandi dialoghi, per questo stavano zitti prima.
Furono le ultime parole che mi disse prima di uscire da quell'alcova ALCOVA?! Dai ora usiamo termini a caso perché abbiamo trovato il dizionario dei sinonimi. improvvisata ed immergersi nella routine di un'altra giornata di lavoro.
Fu così che tutto ebbe inizio. La mia avventura nel mondo dell'AIDS.

...

Dopo questo paragrafo ce ne sono ancora parecchi in cui scopriamo che lei si chiama Denise, è sposata, lavora in un ufficio in cui il capo del suo capo è suo marito e ha pagato il suo capo perché se la portasse a letto mentre lui guardava e la facesse diventare un troione pazzesco. Poi però lei si stufa, dopo giusto un'orgia e giochi sessuali a caso, quindi si dà alle donne e si fa una sua collega. Non so se voglio sapere come va a finire, ma sicuramente la prossima volta che lo leggo non voglio solo l'antivirus, pretendo anche un paio di guanti di gomma e una tuta ricoperta di idioticida.

0 commenti:

Posta un commento