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martedì 22 gennaio 2013

Fallimentare Fazio

Ogni tanto parliamo di attualità.
Comincio col dire che di solito io esco la sera, oppure mi guardo un dvd, altrimenti semplicemente mi leggo un libro. Insomma, a meno che non ci sia Report o qualche trasmissione particolarmente interessante la mia tv fa più da soprammobile che altro. Ogni tanto tuttavia colgo scorci delle trasmissioni nazionali che possono risultare curiose o interessanti.
Purtroppo l'altra sera sono rientrata e mi sono trovata davanti l'ennesima serata per Gaber. Non fraintendetemi, a me è sempre piaciuto Giorgio Gaber, lo trovo interessante, divertente, impegnato, un bravo paroliere e musicista. Tuttavia quando ci sono dei problemi nel mondo, in Italia, nella televisione italiana già c'è un sacco di merda e noi che facciamo? L'ennesimo memoriale. Senza contare che come memoriale è già sentito, già visto. Sì, le nuove generazioni non l'hanno visto, ma sinceramente siamo sicuri che preferiamo che i ragazzini conoscano Gaber invece di capire quello che li circonda? Non so, mi trovo davanti studenti delle medie che non sanno cosa sia la DC o il Vayont. Ora, per quanto sia una sostenitrice dell'arte e della musica (ne sto cercando di fare il mio mestiere non a caso) direi che non ha la priorità nello schifo in cui ci troviamo. Non da stare su uno dei tre canali principali della tv nazionale. Rai storia? Rai cultura? Rai salcazzo? Fate voi!
Più che altro la noia è avere sempre le solite persone a fare sempre le solite cose a proposito degli stessi argomenti. Forse è che ormai Fabio Fazio e i suoi tormentoni (Gaber, Celentano, Muccino) hanno un po' stufato, certi format sono ormai stravisti e il suo mollume morale a volte è talmente bigotto da infastidire. Devo ammettere di aver visto solo dei pezzi, ma c'era la Littizzetto, c'era Marcoré, c'era Rossi e a quanto pare anche Patti Smith. Ora, tutti questi personaggi mi sono sempre piaciuti, ognuno nel suo campo. Ho trovato Marcoré un po' sottotono, ha fatto un pezzo che ho visto fare in teatro tante volte e anche meglio di così. La Littizzetto sinceramente è un'attrice comica e forse dovrebbe anche restare nel suo campo, dato che ultimamente sembra più la casalinga di Voghera che altro. Insomma, forse è ora di cambiare. Forse è ora di svecchiare certe logiche televisive di Fazio e non solo. Chissà come mai non ho visto Saviano canta Gaber, ma magari sono solo arrivata in ritardo!

Ricordo con una punta di sdegno un'intervista a Geppi Cucciari, nata come comica e poi balzata su La7 come conduttrice, non una ragazzina di primo pelo. Nell'intervista Fazio continuava a stupirsi, in modo se permettete puerile e vagamente paternalistico, del fatto che una giovane donna sarda fosse andata a vivere a 22 anni a Milano per studiare. Che vivesse da sola con un'altra ragazza, che fosse indipendente e volenterosa. Quindi invece di fare delle domande giornalistiche, degli approfondimenti sulla persona o sul suo lavoro, passava il tempo ad appuntare i comportamenti della Cucciari come se fosse una ragazzina discola e lui un amico di famiglia puntiglioso. Sinceramente fastidioso.
Ultimamente la logica è: intervista a personaggi già visti e noti, tipo Muccino e Elkann entrambi in condizioni da drogati persi, un po' imbarazzanti; tre metri di lingua con tutti i "grandi" nomi di Fazio, dove lui si perde in lodi e sbrodola complimenti, senza arrivare al succo della questione, senza essere mai critico o spinoso, cercando sempre di non scontentare nessuno, infastidendo un po' tutti. Poi arriva la Littizzetto e per qualche minuto dice le sue battute, già sentite, ormai stantie, che sanno tanto di lamentela dal fruttivendolo. Un format che a lungo stufa anche la sciura più stereotipata. "Lucianina" fa la bimba discola che dice le parolacce e "Fabietto" fa il chierichetto moralista che la sgrida. Vi prego, basta. Smettetela di farci soffrire.
Ho pure provato a prendere il nuovo libro della Littizzetto, dato che alcuni degli altri li avevo trovati divertenti. Certo, non parliamo di letteratura impegnata, ma insomma un buon libro da cesso ogni tanto ci sta, da leggere anche sotto l'ombrellone, evitando di unire le due cose che sarebbe disdicevole. L'ho aperto, ho letto tre o quattro pezzi e l'ho richiuso. Anche lì, solita solfa e un sacco di scontata noia borghese. Si invecchia, anche nel repertorio pare.
Sicuramente mi posso dire dispiaciuta e abbattuta, ma in fondo può succedere. Basta però rendersi conto quando ci si ripete e quando non si riesce più a stare al passo.

Lo show di Fazio vorrebbe essere innovativo, ma non lo è, negli anni si è fossilizzato e con la capacità di mediazione del suo presentatore è anche riuscito a salvarsi da molti tagli. Non concordo affatto con chi ha paragonato Che tempo che fa al David Letterman Show. Prima di tutto Fazio non è un anchorman, in secondo luogo lo show non porta il suo nome, il che alla lunga potrebbe renderlo sostituibile. Terza cosa, Letterman ha una serie di collaboratori, una band fissa, una certa carrellata variabile di ospiti e una, discutibile, ironia molto apprezzata. Insomma, per me è un no, come direbbe la Maionchi.
In fondo sono anni in cui ci becchiamo filippiche sulla figura della donna dalla Littizzetto, mentre proprio lì di fianco a lei la Lagherbach fa l'annunciatrice di ospiti che sono già stati annunciati. L'icona della donna oggetto, superflua e vagamente triste per il suo continuo non ruolo. Tutto ciò risulta molto ipocrita a mio parere.
Spero che Fazio si rinfreschi, perda le sue ossessioni per certi personaggi e aiuti anche i suoi collaboratori a farlo.
Altrimenti troverò i tag del video che ho visto della replica, profetici: Fabio Fazio, Che tempo che fa, Morte.

1 commenti:

  1. Volevo dire che ieri sul tram avevo di fianco una ragazza che sosteneva "10 minuti decenti di programma, insomma come sprecare i soldi della Rai"
    A.

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