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martedì 8 gennaio 2013

Voglio succhiare il tuo sangue

Come avevo già anticipato, il 6 gennaio sono andata in Triennale e tra le mostre ho visto anche quella sui nostri succhiasangue preferiti. Non i parlamentari italiani, per quelli una mostra sarebbe solo un ulteriore spreco di danaro. Si parlava quindi di vampiri, ma non quelli un po' patetici e che brillano, i succhiasangue "vegetariani" che non credno nel sesso prematrimoniale. Per favore, Twilight è un libro tremendamente demenziale e i film sono ancora peggio. Evitiamo scontri tra le fan del pallido Edward e parliamo di vampiri veri.
Per quanto questi possano essere noti, molte delle origini dei miti vampireschi sono sconosciute ai più. Un po' perché la maggior parte delle persone dice "e chissene fotte" un po' perché si sono spesso presi a riferimento le trasposizioni cinematografiche. La mostra è molto basata sui testi oltre che sul cinema, quindi ci introduce non solo al Dracula di Bram Stoker e alla sua trasposizione di Coppola, ma anche all'insieme di testi antichi che trattano di questi morti viventi. C'è la leggendaria figura di Vlad conte di Valcchia, regione dell'attuale Romania, che era noto come Vlad l'impalatore, indovinate perché. Non tutti sanno che quando venivano impalati i prigionieri erano spesso lasciati in vita ad agonizzare. Che bel periodo! Pensate di arrivare a questo bel castello circondato di omii morti o morenti, sicuramente non è che avreste pensato "ma chissà che bella persona ci vive qui!", inoltre il nostro Vlad era inviso a causa della facilità con cui cambiava fazione, tant'è che alla fine fu ucciso dai suoi stessi compagni. Alcuni dicono fu un errore, ma sinceramente non ne sarei molto convinta. Come Vlad divenne Dracula? Facile, Dracul era suo padre, cavaliere del dragone (che si diceva, appunto, dracul) e in quanto figlio aggiunse il suffisso -a, che a quanto pare era come il nostro "di" prima del nome del padre. Vlad fu spunto per Bram Stoker per il suo romanzo, nonostante la scarsa ricerca storica che fece in Inghilterra. Romanzando con un forte sentore romantico, arriva la storia di Dracula.
Un altro simpatico nome che alcuni fanatici dei film vampireschi ricorderanno è Corvino. Mattia Corvino semplicemente era il re d'Ungheria nello stesso periodo di Vlad, che lo sconfisse, lo imprigionò e ne fece il suo vassallo. Vladino non era certo un vicino ospitale direi. Chissà se era invidioso dell'erba di Corvino. Mattia e i suoi figli sono mitizzati nel cinema all'interno della saga di Underworld, in cui il padre è il primo immortale, che ha come caratteristica quella di non schiattare a meno che non lo uccidano (ma dai?!), mentre i suoi figli furono morsi uno da un pipistrello e l'altro da un lupo, dando origine al primo vampiro e al primo licantropo.

Tutto questo nella mostra non c'è, ma si parla della connotazione attribuita ai vampiri di trasformarsi in bestie grottesche o in animali. Prima di tutto c'è da dire che quella dei demenziali bat-vampiri è una credenza che arriva molto tardi rispetto alle altre. Inizialmente si trasformavano in ratti, in lupi e altri animali a seconda della zona delle leggende, comunque solitamente animali notturni. Quella dei pipistrelli è un'associazione che nacque dopo la scoperta da parte di un certo Geoffroy Saint-Hilaire nel 1810. Questo biologo francese nei suoi viaggi trovò una nuova specie di pipistrelli che si nutrivano solo di sangue, così li chiamò comunemente Vampiri.
Sempre a proposito delle credenze antiche, si parla di come si uccidessero i non morti, come si tenessero lontani e come si evitasse che tornassero dalle tombe. Al contrario degli zombie, così in voga ultimamente, i vampiri avevano corpi totalmente intatti, erano ematofaghi e si muovevano soprattutto di notte. Nonostante Bram Stoker ci dica che il sole non è dannoso per Dracula, ma solo fastidioso. Questo cambia a seconda delle interpretazioni, come con l'aglio, le croci, l'acqua santa, l'entrare o meno in chiese consacrate, il poter mangiare cibo umano, l'entrare nelle case senza invito. Ci sono veramente tantissime varianti di queste leggende. C'erano anche i famosi "mangiatori di sudari" cosa che derivava dal rumore di masticazione proveniente dalle tombe. Questo rumore, successivamente, è stato spiegato come un semplice effetto della composizione, così come le unghie che sembrano più lunghe e i capelli che sembrano crescere. Le unghie eccessivamente lunghe le ritroviamo, ad esempio, in Nosferatu, nome che significa in rumeno "il non spirato". Questo film in bianco e nero di Murnau è del 1922 e fu una pietra miliare nel cinema horror. Ispirato liberamente al romanzo di Stoker, il regista cambiò nomi e luoghi per questioni di diritti di autore. Questo vampiro risulta a volte un po' grottesco rispetto a come siamo abituati oggi a vedere i vampiri, pieni di potere e carica sessuale. Tuttavia è da considerare anche il periodo in cui fu girato, la sua forte vena espressionista e l'immaginario che c'era allora nei confronti di queste figure.

Fin da piccola i vampiri mi sono sempre piaciuti, sono una figura che si ritrova in moltissime culture, sia in oriente che in occidente, in entrmbi gli emisferi e per molti anni. Sono credenze antiche che si sono modificate nel tempo, gli hanno attribuito malattie, epidemie di peste, morti misteriose, rapimenti, cambiamenti d'umore e molto altro. Se andiamo a vedere non solo i libri e il cinema, ci sono bizzeffe di fumetti, dai manga ai comics nostrani, varie citazioni in cartoni animati, gruppi su internet e giochi di ruolo. Diciamolo, è intrigante un non morto perfettamente integro della sua figura da umano, ma più potente e affascinante.

Probabilmente la mostra poteva essere più significativa, poteva avere più citazioni cinematografiche oltre a Bela Lugosi e l'orribile Twilight. Avrei preferito Buffy o Underworld, Van Helsing (personaggio citato e poco approfondito nella mostra) o Blade. Potremmo parlare di quella vena ironica nel filone dei vampiri, un bel Fracchia contro Dracula o il mitico Mordimi sul collo!

Parentesi demenziale: sono entrata alla mostra canticchiando "Dracula dal nero mantello, perché non ti succhi un bel pollo e lasci le donne campar" citazione del grade Dracula Cha Cha Cha di Martino Bruno.

Per quanto riguarda la letteratura contemporanea non ci sono granché citazioni se non quella filmica della fatina sberluccicosa nota come Edward Cullen. Tra i libri posso segnalare un paio di presenze tra le mie letture, puramente informative alcune, altre molto apprezzate. C'è The vampire diaries, serie di libri da cui hanno tratto l'omonima serie, ma che con questa c'entra pochissimo e Black Dagger Brotherhood, per un pubblico sicuramente più maturo. Non mi stupirebbe scoprire che gli autori di True Blood se li leggono ogni sera.

Pezzo di pregio della mostra è l'armatura di quel figo del commissario Gordon, no scusate Sirius Black, ovvero Gary Oldman, nel film di Coppola. Inoltre ho trovato molto interessante la parte sui costumi di scena del film e quella successiva, per quanto poco pertinente, sui costumi "vamp" nel teatro.

È interessante, infine, notare una piccola sezione della mostra in cui ci si interroga sul sesso del vampiro, come nella cultura d'élite sia una donna mentre nella cultura popolare è un uomo. Si vede che tra i fumatori di oppio, tipica sostanza abusata da certi artisti, le donne risultavano sicuramente più affascinanti e potenti. Senza contare che noi col sangue ci abbiamo a che fare una volta al mese. Tanto lo sappiamo tutti che Edward si faceva il tè delle cinque coi tamponi di Bella.


Una ciccha un po' datata

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